| Scuola di Teatro: Poetica e riferimenti  |
Tipicità e caratteristiche della Scuola di Teatro per Bambini 
L'obiettivo
primario è la valorizzazione del bambino e del suo talento. Oggi anche
la ricerca neuroscientifica conferma che ogni bambino, alla nascita, è
già dotato, è già competente. Pertanto la questione non è come
educarlo, o come "insegnare il teatro", bensì come scoprire, e portarlo
a scoprire, i suoi "tesori nascosti": creatività, curiosità, empatia,
fiducia in sé, collaborazione.
Il
teatro è osservazione, imitazione, ricerca, ascolto, fiducia. Queste
caratteristiche si compenetrano e insieme a un pizzico di sana follia,
sono alla base di ogni esercizio, di ogni gioco teatrale, di ogni
improvvisazione effettuate nella scuola di teatro.
Non
c'è un aspetto valutativo. Non ci sono diplomi né promossi o bocciati.
A teatro si va per fare un'esperienza, creativa e divertente, e non per
vedere incasellati in una pagella dei risultati scolastici.
Il
lavoro è principalmente di tipo corale. Facendo esercizi sul
palcoscenico tutti insieme si raggiungono più obiettivi: il massimo
divertimento comune e la percezione che non si è soli, che lo spazio
scenico è da condividere con i compagni. Il lavoro corale aiuta i più
timidi a inserirsi nel gioco teatrale senza sentirsi subito "osservati".
La quasi totalità dei giochi teatrali affrontati a scuola sono di tipo
"non-competitivo", cioè giochi in cui non si vince né si perde. Anzi,
più precisamente, i giochi sono di tipo win-win: più i miei compagni
giocano bene, più gioco meglio anche io, e l'improvvisazione o
l'esercizio risulta più divertente e riuscito.
A teatro
si usa il corpo, la voce, la musica. Si "gioca" lo spazio e lo si
trasforma, si inventano situazioni teatrali, si disegnano bozzetti di
scenografie o personaggi. Si colorano magliette e si potrebbe anche
costruire fisicamente la scenografia. Si scrive, insieme all'animatore, il testo e i movimenti dello spettacolo finale.
Nella
recita finale non viene preso in considerazione l'aspetto del
"protagonista": non c'è un ruolo più importante degli altri, il ruolo
che viene assegnato al bambino è quello giusto per lui e per il gruppo,
o almeno in quella direzione si lavora.
La
recita finale non è obbligatoria. Sebbene sia risaputo che andare in
scena superando le proprie paure abbia una importante ricaduta
sull'autostima, è anche vero che ogni bambino ha i propri tempi. Sapere
di non essere obbligato alla recita, a volte fonte di ansia da
prestazione, può permettere al bambino di provare l'esperienza senza
timori iniziali. Potrà sempre partecipare come aiuto-regista, scenografo o
deejay.
Info: 347 4681769
Letture consigliate per i genitori in campo pedagogico
Jesper Juul "Il bambino è competente" Ed. Feltrinelli
Gerald Hüther, Uli Hauser "Ogni bambino ha un grande talento" Urra edizioni
Letture di riferimento in campo pedagogico-teatrale
Marina Savoia, Giorgio Scaramuzzino "Tutti giù dal palco" Salani ed.
Loredana Perissinotto "Animazione Teatrale. Le idee. i luoghi, i protagonisti" Carocci Editore
"Cosa si intende per animazione teatrale" da Wikipedia
Roberto Frabetti "200 e uno... giochi, esercizi e riflessioni per un laboratorio teatrale" Pendragon Ed.
Qualcosina in più sull'animatore
Pier
Paolo Casanova nasce ad Alessandria nel 1971 e passa un'infanzia felice
perché andava a giocare ai giardini pubblici tutti i pomeriggi, quelli
che oggi sono infestati dai tossici, davanti alla stazione. Assiste
all'operazione di restyling dei giardini, intorno al 1981, con-causa
della sparizione dei bambini dal parco. L'altro ricordo brutto è il
vigile che ci impediva di giocare e un giorno voleva bucarci il
pallone. Nel complesso, dieci anni di gioia. Si mette il primo seme
nella testa: bambini = gioco, felicità. Mandare via i bambini = tossici.
Passa il tempo e arrivano gli anni '90, quando Pier Paolo scopre il
Teatro Comunale di Alessandria e la sua scuola di recitazione. Si
iscrive e trova un mondo che lo attira. Tra l'altro, il Teatro Comunale
è attiguo ai giardini di cui parlavamo prima e attualmente è chiuso per
amianto. Quindi proprio un bel curriculum sto scrivendo.
Andiamo avanti, Pier Paolo comincia a essere chiamato Pillo ed è un
soprannome che conserva tuttora. Si sposta a Bologna e studia alla
scuola d'arte drammatica di Alessandra Galante Garrone, con ottimi
risultati ma nessun diploma, infatti a causa di un cavillo sull'età (è
già vecchio) non può proseguire gli studi. Allora si sposta a Roma per
fare l'attore, senza avere fortuna. Per ironia della sorte, quando
torna a casa, riesce a lavorare come attore con la compagnia Progetto
URT di Juri Ferrini. Poi a un certo punto decide che non andrà
più in scena, e si mette a lavorare come organizzatore della compagnia
teatrale Coltelleria Einstein. Dal 2002 si dedica con gioia alla
conduzione di laboratori teatrali per le scuole, e scopre una
vocazione. Dal 2011 dirige la "Scuola di Teatro per Bambini". Nel tempo
libero ha anche studiato all'Università, si è laureato in Scienze
Politiche, ha inventato e partecipato a tanti giochi divertenti e
inutili, come il campionato mondiale di Geo-Nicchia, i tornei di Risiko e le Buffolimpiadi.
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